Ci sono posti magici, posti che magari sembra che abbiano uno spazio limitatissimo, ma che in realtà hanno confini inimagginabili. Uno di questi spazi è il nostro sgabuzzino. Noi abbiamo sembre vissuto in un condomio dunque, essendo di dimensioni limitate, si presentavano spesso problemi si spazio sopratutto in periodo natalizio e alla fine ddella scuola. Dove mettere le illuminazioni dopo metà febbraio quando si sa che vanno smontati presepe e albero? E i libri di scuola delle elementari? Li vorrema mica buttare vero? A tutti questi quesiti la soluzione era semplice: nello sgabuzzino!
Io non ho mai pensato al mio sgabuzzino come a un posto con potenzialità enormi ma ora che ci penso in quel buco che ci ritroviamo ci stavano: tre biciclette, il sigheddu, attrezzi come martelli, cacciaviti ecc., un contenitore da cinquanta o cento litri dove c'è il vino, due scaffali con mazza da baseball, canne da pesca, tre palloni da calcio e uno da basket, vecchi berretti da capostazione di mio padre, due scatoloni di costumi di carnevale compresi quelli del periodo pre-bellico tipo il costume da vagabondo che avevo (già da piccolo avevo le idee chiare sul mio futuro), borsoni con il vario vestiario militare del servizio di leva, due scatoloni fra luci natalizie e presepe, il tamburo da tamburino, due sacchi a pelo, scatoloni con vari libri che nessuno leggerà mai ma che chiaramente non si possono mica buttare stiamo scherzando, una balestra che i miei avevano comprato ad assisi con il quale minacciavano me e mia sorella nel caso fossimo andati male a scuola. Alcuni di questi oggetti ora non ci sono più, vedi sigheddu e una bici, e il loro posto è stato preso da tonnellate di bottiglie di conserva che già dal nome... Dovrebbe essere tutto o quasi.
Più che uno sgabuzzino mi ricorda la gonna di eta beta.
Ora mi chiedo come facesse tutta quella roba a starci. Che il nostro sgabuzzino sia una porta per un mondo parallelo?
Io non ho mai pensato al mio sgabuzzino come a un posto con potenzialità enormi ma ora che ci penso in quel buco che ci ritroviamo ci stavano: tre biciclette, il sigheddu, attrezzi come martelli, cacciaviti ecc., un contenitore da cinquanta o cento litri dove c'è il vino, due scaffali con mazza da baseball, canne da pesca, tre palloni da calcio e uno da basket, vecchi berretti da capostazione di mio padre, due scatoloni di costumi di carnevale compresi quelli del periodo pre-bellico tipo il costume da vagabondo che avevo (già da piccolo avevo le idee chiare sul mio futuro), borsoni con il vario vestiario militare del servizio di leva, due scatoloni fra luci natalizie e presepe, il tamburo da tamburino, due sacchi a pelo, scatoloni con vari libri che nessuno leggerà mai ma che chiaramente non si possono mica buttare stiamo scherzando, una balestra che i miei avevano comprato ad assisi con il quale minacciavano me e mia sorella nel caso fossimo andati male a scuola. Alcuni di questi oggetti ora non ci sono più, vedi sigheddu e una bici, e il loro posto è stato preso da tonnellate di bottiglie di conserva che già dal nome... Dovrebbe essere tutto o quasi.
Più che uno sgabuzzino mi ricorda la gonna di eta beta.
Ora mi chiedo come facesse tutta quella roba a starci. Che il nostro sgabuzzino sia una porta per un mondo parallelo?
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